Il ministro della Giustizia Nordio ha come priorità quella di riformare il Codice Rocco, il codice penale scritto e emanato nel ’30 sotto Mussolini.
L’ex magistrato Carlo Nordio intervistato da Repubblica parla della norma anti-rave e dell’ergastolo ostativo, i primi provvedimenti del governo Meloni in materia di Giustizia. Una delle sue priorità è riformare il codice penale. “Riuscirò a riformare il codice penale firmato da Mussolini in senso liberale con la pena proporzionata al crimine secondo la Costituzione”.
Nordio dice anche che con la premier Giorgia Meloni sta lavorando a una riforma “garantista” della giustizia. “Siamo entrambi convinti che il garantismo significhi da un lato l’affermazione della presunzione d’innocenza e dall’altro la certezza della pena. Certo, io ho sempre enfatizzato più il primo aspetto, e FdI il secondo, ma il risultato algebrico è uguale”. Inoltre, sulla riforma Cartabia dice che “la mancanza di risorse avrebbe prodotto una paralisi del sistema giudiziario” con il rinvio si eviterà di soffocare le Procure.
Il pensiero del ministro sulle nuove norme
Sul decreto anti-rave, il ministro della Giustizia dice che è “un segnale di ferma e severa legalità” e ribadisce che non c’entra nulla il diritto a manifestare ma comunque ammette che può essere perfezionato. A chi contesta l’esistenza di una legge in materia, ovvero l’articolo 633 del codice penale, Nordio spiega che si tratta di una norma vecchia di 100 anni per tutelare i proprietari di beni immobili da invasioni di mandrie di bestiame. Questa norma invece vuole “tutelare l’incolumità e la salute quando alcuni eventi espongono questi beni a pericoli gravi”.
Per quanto riguarda le intercettazioni invece restano alla valutazione del magistrato. L’altra norma in questione è quella sui migranti. Secondo il ministro della Giustizia “È conforme al diritto internazionale e agli accordi di Dublino: se una nave salva, com’è suo dovere, dei naufraghi in acque internazionali, lo Stato di primo accesso è quello di bandiera della nave. Se la nave è tedesca, è come se i migranti fossero sbarcati ad Amburgo. Il comandante ha il dovere di registrarli, e poi portarli, per l’assistenza nel più vicino porto sicuro. Ma poi devono andare in Germania”.
Infine sull’ergastolo ostativo, Nordio dice che “Se un criminale si ostina a rimanere tale anche in carcere, non possiamo essere più misericordiosi del Signore, che esige un minimo di redenzione. Sarebbe un atto di arroganza blasfema. E così è per l’ergastolo ostativo. Dove sarà il giudice a decidere, proprio perché è stato eliminato l’automatismo, secondo le indicazioni della Corte”.